The Bridge of Future
28 agosto 2023 — 4 minuti di lettura
Due progetti futuristici di ponti abitati, realizzati durante il Laboratorio New Interiors “FUTURABILITY: Timeless Utopias for Seoul” della Scuola del Design, si sono posizionati tra i dodici finalisti che parteciperanno ad una delle maggiori esposizioni internazionali asiatiche dedicate all’architettura.
A partire dal 1 di settembre 2023 e per tutto il mese di ottobre, due progetti di studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano saranno esposti alla Biennale di Architettura e Urbanistica di Seoul.
I progetti sono stati realizzati durante il Laboratorio New Interiors 2 del Corso di Laurea Magistrale in Interior and Spatial Design dei Professori Ico Migliore, co-founder dello Studio di progettazione Migliore+Servetto, e Paolo Giacomazzi, con Rossella Forioli e Viola Incerti.
Il corso, in linea al programma di Cultural Proximity di cui lo Studio di progettazione Migliore+Servetto si occupa, si focalizza sullo sviluppo di visioni all'avanguardia relative alla riqualificazione culturale urbana.
La tematica di quest’anno, “Futurability: Timeless Utopias for Seoul”, ha permesso agli studenti di cimentarsi nello sviluppo di progetti visionari di ponti abitati sul fiume Han pensati per il futuro della città di Seoul.
Il tema della quarta edizione della Biennale, diretta dall’Architetto Byoung Soo Cho, è, infatti, quello di investigare il futuro di Seoul tra 100 anni, immaginando una città verde e sostenibile per riconnettere il tessuto urbano e i suoi abitanti alla natura. La sezione “Global Studios” della Biennale ha coinvolto circa 40 Università da tutto il mondo raccogliendo la partecipazione di più di 500 studenti e un centinaio di Professori di Architettura e Design.
La visione di un futuro basato sulla sinergia di uomo, architettura e natura si è quindi identificata come punto cardine dell’intero corso progettuale della Scuola del Design.
Il progetto The Breathing Bridge si ispira al concetto di respirazione, ovvero un atto di scambio di energia tra gli organismi viventi e l’atmosfera. Il ponte è progettato come un essere vivente organico che trattiene, elabora e trasforma il “Gi”, l'energia fonte della vita, per adattarsi gradualmente, in modo naturale come il respiro, all’ambiente circostante. Il processo di scambio coinvolge il ponte, i suoi abitanti e l’ambiente: attraverso il ponte, i cittadini inspirano le montagne, le colline e l'acqua di Seoul, la cui energia viene trattenuta per essere elaborata e trasformata attraverso l’attività umana; l’espirazione del “Gi” si collega alla natura per fornire nuova energia e aria.
THE BREATHING BRIDGE
Il ponte, le cui forme e curve traggono ispirazione dai paesaggi naturali della Corea del Sud, si compone di quattro moduli funzionali combinati tra loro per galleggiare o poggiare sulla terraferma. Si possono distinguere due livelli:
In superficie i cittadini possono svolgere attività fisica e dedicarsi ad attività all’aria aperta partecipando a festival, spettacoli di intrattenimento e ologrammi organizzati;
Nelle gallerie interne, i cittadini possono rilassarsi in un ambiente filtrato e pulito, interagire o guardare spettacoli o giocare attraverso gli ologrammi.
Ciascun modulo è composto da una membrana realizzata con una pelle futuristica pluristratificata, opera della bioingegneria, in grado di modificare le proprie proprietà. Questa caratteristica consente la continua trasformazione e interscambio dei moduli. La membrana è in grado di filtrare specifici agenti inquinanti e raggi solari, trattenendo il calore per rilasciarlo di notte, e possiede proprietà meccaniche grazie allo strato nervoso che si restringe e si espande per connettersi. L'espansione della pelle avviene quando il clima e l'atmosfera sono malsani, con alte temperature o agenti inquinanti nell’aria che vengono registrati da appositi sensori.
Il progetto Back to Nature promuove la sostenibilità alimentare attraverso un processo di catena di montaggio circolare. L'obiettivo è sensibilizzare e coinvolgere le persone nella riduzione degli sprechi alimentari e nella produzione di nuovi materiali.
BACK TO NATURE
Il ponte è composto da tredici moduli dodecaedrici uniti tra loro grazie a campi magnetici che consentono all’intera struttura a scheletro di galleggiare sul fiume. Tre moduli ospitano le tre fasi e attività principali della catena di montaggio legata al tema del cibo:
Il modulo Growing rappresenta la prima fase della catena ospitando un orto verticale necessario per la produzione di frutta e verdura. Gli abitanti del ponte vengono educati e coinvolti nell’attività di crescita dell’orto, diventando consapevoli del processo e potendo raccogliere cibo fresco;
Il modulo Distribution and Consumption è una vera e propria arena alimentare di consumo e condivisione delle risorse, distribuite attraverso un mercato in cui si preparano e distribuiscono i piatti attraverso oblò sulle pareti;
Il modulo Upcycling è dedicato all’attività di smaltimento e riciclo dei rifiuti alimentari, impiegati all’interno di un ciclo di costruzione autosostenibile del ponte e in nuovi oggetti.
In Back to Nature natura e struttura del ponte si intrecciano costantemente fino a fondersi. Il nucleo centrale dei restanti dieci moduli è costituito da strutture tubolari che si collegano ai vertici interni del modulo composto da materiale poroso a base biologica proveniente dal riciclo degli alimenti e che permette, nel tempo, l'espansione del ponte stesso e la colonizzazione della natura lungo la struttura. L'accesso al ponte è enfatizzato dalla presenza di tre piazze pentagonali che fungono da aree di incontro per le persone.
TEAM
Docenti:
Ico Migliore
Paolo Giacomazzi
Rossella Forioli
Viola incerti
Studenti:
The Breathing Bridge
WenWen Liu
Veronica Piunti
Yue Wanqing
Yue Zhao
Back to Nature
Giuseppe Addati
Alice Bazzucco
Lorenzo Sardella
Ala Zhyvulka